ORTODONZIA

Il termine “ortodonzia” deriva etimologicamente dal greco antico e significa letteralmente dentatura dritta; negli ultimi anni negli ambienti scientifici questa parola è stata modificata in “ortognatodonzia” dalla composizione di tre parole:

  • orto dal greco orthós, diritto
  • gnato dal greco gnáthos, mascella
  • donzia dal greco odoùs odóntos, dente

questa denominazione più estesa indica i corretti rapporti sia dentali che delle strutture scheletriche (gnato).

Quindi volendo dare una definizione più articolata di ortognatodonzia possiamo dire che è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della cura dei rapporti anomali esistenti tra le arcate dentarie e tra le strutture anatomiche ad esse correlate: sistema nervoso centrale, muscolatura facciale e masticatoria e componenti scheletriche.

Le finalità principali del trattamento ortodontico o ortognatodontico sono quelle di determinare un allineamento corretto dei denti ed una funzione masticatoria efficiente, di conseguenza favorire la salute dei denti e del loro apparato di sostegno; inoltre il trattamento ortodontico dovrà avere l’obiettivo di migliorare l’armonia del volto del paziente e di garantire la stabilità nel tempo dei risultati ottenuti.

A tal proposito, va detto che spesso il trattamento ortodontico viene richiesto dai pazienti per motivi innanzitutto estetici (ad esempio in presenza di malposizioni di denti provocate da eccessivo o insufficiente sviluppo dei mascellari). Tuttavia, lo scopo principale dell’ortodonzia dovrebbe essere quello di attenuare, prevenire e, qualora possibile, eliminare completamente le anomalie strutturali, ristabilendo innanzitutto una corretta funzione masticatoria.

I trattamenti ortodontici sono essenzialmente di due tipi: ortodonzia fissa e ortodonzia intercettiva (rimovibile).

L’Ortodonzia fissa viene in genere usata su pazienti adulti con dentatura permanente e si avvale di apparecchi fissi, che non possono essere rimossi dai pazienti (potrà toglierli solo il dentista). Questo tipo di trattamento ortodontico utilizza forze meccaniche (fili ortodontici, molle ed elastici) che consentono il riposizionamento dentale. In alcuni casi l’ortodonzia fissa si avvale di estrazioni “strategiche” di denti sani, per creare uno spazio che permetta il corretto riposizionamento dei denti malposti.

Ortodonzia-studio-vincenzi

Il secondo tipo di trattamento ortodontico, che viene chiamato Ortodonzia intercettiva, ma anche ortopedica e/o funzionale, viene utilizzato per risolvere eventuali disgnazie (ovvero alterate conformazioni delle mandibole o delle mascelle che impediscono una perfetta occlusione dentale) presenti nell’individuo in crescita ed ha per tale motivo un duplice scopo: correggere il difetto in età di sviluppo e semplificare eventuali trattamenti in dentatura permanente. A differenza dell’ortodonzia fissa che, come abbiamo visto, impiega apparecchi fissi, quella intercettiva si avvale di apparecchi in genere rimovibili e utilizza le forze muscolari per guidare lo sviluppo delle mascelle e favorire il riposizionamento dei denti. Viene definita “intercettiva” in quanto si pone come obiettivo quello di intercettare le malocclusioni; per tale motivo svolge un’importante funzione preventiva, dal momento che permette di intercettare/diagnosticare in tempo alcune malocclusioni gravi, evitando che si aggravino ulteriormente col tempo divenendo infine di difficile soluzione (soprattutto una volta che la permuta dei denti è completata e la dentatura è divenuta permanente).

Un trattamento ortodontico richiede competenze specifiche dell’operatore, tempi di cura generalmente lunghi, pertanto il paziente (bambino o adulto) dovrà essere sufficientemente motivato e collaborante.

Il momento migliore per iniziare un trattamento ortodontico nel bambino è variabile e spesso dipende dalla gravità della malocclusione.

Si tende a trattare precocemente, verso i 4/5 anni di età le malocclusioni in cui si rileva un problema scheletrico che può complicarsi con la crescita, ad esempio il morso incrociato con latero-deviazione funzionale della mandibola o le terze classi scheletrico-funzionali.

È buona norma portare per la prima volta il bambino ad una visita ortodontica a quattro anni di età per poter trattare precocemente malocclusioni scheletrico-dentali.

Malocclusione: posizione non corretta o difetto di contatto tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore, che può essere dovuta a malformazioni congenite, abitudini scorrette, perdita di denti, traumi ecc.; oltre che ridurre l’efficienza della masticazione, interferisce nell’escursione della mascella e può dar luogo a problemi per quanto riguarda la fonazione, la respirazione, la masticazione e la deglutizione.

Molte malocclusioni potrebbero essere prevenute se si riuscisse a controllare i fattori ambientali in grado d’influire sulla crescita dei mascellari e sullo sviluppo della dentatura. Tutto ciò che favorisce atteggiamenti succhianti e atteggiamenti a bocca aperta nel periodo di formazione della dentatura decidua in qualche modo interferisce con il formarsi di un buon ingranaggio occlusale.

La durata di un trattamento ortodontico è variabile e dipende dal problema da trattare, può andare da pochi mesi ad un massimo di 2 anni nell’adulto. Nel bambino in crescita, invece, a causa del continuo sviluppo della dentatura si usa alternare periodi di trattamento ad altri di attesa, ad esempio può essere necessario un trattamento in due tempi, in dentizione mista e poi appena erotti tutti i denti permanenti.

L’apparecchio ortodontico, in particolare quello fisso pur non essendo di per se causa di carie, facilita il trattenimento della placca batterica, per tanto il paziente deve seguire scrupolosamente le istruzioni per l’igiene fornite dall’igienista dentale.

Un trattamento ortodontico è sempre seguito da un periodo di contenzione, con l’obiettivo di favorire la stabilità a lungo termine della correzione. Ciononostante possono esserci, nel tempo, una volta interrotta la contenzione, recidive del trattamento. Spesso tali recidive sono di lieve entità e comunque non influiscono sul risultato estetico-funzionale del trattamento. Qualche volta, invece, possono essere tali da richiedere piccoli interventi di riallineamento o di ottimizzazione occlusale. Alla fine del trattamento ortodontico si effettua la contenzione per favorire la stabilizzazione della correzione. Al paziente vengono consegnati gli apparecchi che dovranno essere portati, nelle ore notturne. Spesso la contenzione può consistere in apparecchi fissi incollati sulla faccia interna dei denti.

L’eruzione dei denti del giudizio aumenta le probabilità che ci sia una recidiva del trattamento ortodontico ma va precisato che la recidiva può esserci anche in assenza dei denti del giudizio.

Il trattamento ortodontico determina un buon allineamento dei denti, di conseguenza sarà più facile per il paziente pulire bene ambedue le arcate dentarie, con evidente vantaggio nella prevenzione della carie e dei problemi parodontali.